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Opera domani

E' un progetto che intende avvicinare gli alunni della scuola dell'obbligo all'opera lirica: un grande patrimonio della cultura italiana ed europea, dal quale i giovani rischiano di restare esclusi se non interviene un'azione educativa.
Ogni anno As.Li.Co. seleziona un'opera lirica da presentare ai ragazzi della scuola dell'obbligo e offre agli insegnanti un percorso didattico per preparare i ragazzi stessi allo spettacolo.

La caratteristica principale di Opera domani sta nella partecipazione attiva del pubblico alla rappresentazione: bambini e ragazzi infatti intervengono durante lo spettacolo, cantando dalla platea alcune pagine dell'opera ed eseguendo alcuni semplici movimenti, appositamente scelti e appresi nei mesi precedenti la rappresentazione.

Un'altra essenziale caratteristica è l'aggiornamento degli insegnanti, che nei mesi precedenti lo spettacolo frequentano dei corsi di formazione riconosciuti dal Ministero della Pubblica Istruzione (secondo l' art. 66 del vigente C.C.N.L. e artt. 2 e 3 della Direttiva n. 90/2003) così da poter accompagnare i ragazzi in modo consapevole allo spettacolo.Il percorso didattico per gli insegnanti si svolge in varie città d'Italia nei mesi autunnali e invernali (novembre-febbraio). Gli spettacoli hanno luogo nelle stesse città in primavera (marzo-giugno)


Opera domani è nato nel 1997 in stretta collaborazione con la Regione Lombardia, ad oggi il progetto coinvolge ogni anno circa 50.000 ragazzi e 2.200 insegnanti di tutta Italia!Il progetto è inserito nelle attività di: R.E.S.E.O. (Rèseau Europèen des Services èducatifs des maisons d'Opèra), un circuito europeo che riunisce i progetti educativi dei teatri d'opera d'Europa.


Ma in fin dei conti perchè ci si deve preoccupare tanto di far conoscere l'opera lirica ai ragazzi?
E poi: avvicinare bambini e ragazzi al mondo dell'opera lirica è un'impresa possibile oggi, in regime di videogame e playstation?
E soprattutto, ne varrà la pena?
E allora perchè facciamo leggere ai bambini le poesie di Leopardi o di Pascoli? O li portiamo a vedere le opere d'arte?
O facciamo conoscere l'impero romano o quello napoleonico o le guerre del secolo trascorso?
Un filosofo medioevale diceva che noi "siamo nani sulle spalle di giganti"?: siamo quello che siamo, culturalmente, intellettualmente, anche economicamente, grazie al patrimonio di valori allestito, anno dopo anno, secolo dopo secolo, dalle generazioni che ci hanno preceduto. L'opera lirica è uno di questi valori. Proprio come lo è lo sono le arti visuali. Noi guardiamo Giotto o Van Gogh o Mirò.

A che serve? A che serve educare le persone all'arte?

Serve a conoscere altrettanti modi di guardare il mondo, la realtà di guardare noi stessi di guardarla e dunque di capirla, di leggerla.
Modi così differenti fra loro, e differenti dal modo piatto in cui guardiamo e leggiamo abitualmente le cose in cui le guarderemmo se nel nostro bagaglio visivo non ci fosse depositato il loro contributo, l'esperienza che noi abbiamo fatto in precedenza, dei modi di guardare degli artisti.
Grazie all'educazione artistica che abbiamo ricevuto (quella trasmessaci dall'ambiente, o quella appresa a scuola) i nostri occhi sono diventati più ricchi più ricca è la nostra intelligenza del mondo più ricca la nostra sensibilità, il nostro mondo di sentimenti, la nostra capacità di guardare gli altri, di viverli, di entrare in consonanza con loro. Chi sa raccogliere questo messaggio è un fortunato, uno che ha di più, che è più ricco di chi non ne è capace: la mancanza di interessi non è una colpa, è una pena - una pena che la mancanza di educazione infligge a chi ne è vittima.

Nabucco

C'era una volta la figlia di un Re


Con la sua quindicesima produzione, Opera domani contribuirà a rivisitare un capitolo cruciale della storia contemporanea, nel quale la musica, il melodramma e la canzone hanno avuto una funzione di primo piano.
La nuova edizione sarà dedicata a Nabucco di Giuseppe Verdi, l’opera esemplare di un autore che sentiva profondamente l’anelito alla libertà e all’indipendenza dei popoli.
La produzione di Nabucco offrirà ai ragazzi una nuova opportunità non solo di conoscere la musica di Verdi ma anche di approfondire le tematiche suggerite dal libretto: il Risorgimento italiano rivisitato alla luce della antica diaspora ebraica.
Per poter al meglio immergersi nell’atmosfera risorgimentale, nel 2011 sarà previsto anche lo studio del nostro inno nazionale (Il canto degli italiani, di Michele Novaro su testo di Goffredo Mameli), composto nel 1847 e diventato rapidamente il simbolo stesso del Risorgimento. Lo studio sarà inserito all’interno del percorso didattico così da poter essere cantato prima di ogni rappresentazione. Un contributo forte di Opera domani alle celebrazioni dell’Unità d’Italia.
La scelta di Nabucco segna un ritorno al repertorio classico da parte di Opera domani.

 
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